SCACCHIERA & BANG

 

"ARCHITETTURA E MODERNITA' ", il lavoro di un architetto

 Libro Sesto: Gli anni dei Contesti e dei Palinsesti, 1978-87

Da Roma interrotta all’Iba Housing Block 2

NUOVE TESSITURE

Pare che il 1978 sia stato l’anno di inizio degli anni 80, anno importante per via dell’elezione del papa polacco Karol Wojtyla e per il rapimento ed uccisione in Italia di Aldo Moro; per poi terminare nel 1978 con il crollo del muro di Berlino simbolo della vittoria del capitalismo internazionale.

Sull’ Architettura c’erano strascichi degli anni e vicende precedenti ma il 1978 rappresenta un anno di sviluppo. Partiamo dal presupposto che ogni anno, ogni periodo ha dato un contributo al mondo e quindi anche all’architettura, partendo dall’industrializzazione fino agli anni settanta e la rivendicazione del significato e dell’autonomia dell’architettura, per poi arrivare agli anni ottanta in cui si ha la consapevolezza che la città non si può estendere all’infinito, che non si possono occupare sempre nuovi territori e che le risorse del pianeta sono limitate, per cui ci si concentra sul “contesto” , il rapporto con il luogo, materiali, con la geometria e le forme.

Il CONTESTO, una parola con tre significati: un primo significato incorpora il concetto di luogo, rivolto alla morfologia del sito dove sorgerà la nuova architettura in un luogo urbano con degli edifici già preesistenti;

il secondo ingloba il quadro sociale, storico e culturale che influenzano l’area in cui si va ad operare; il terzo significato è dato dalla combinazione del primo e secondo che ci spingono a pensare il contesto attraverso l’immagine di una tessitura, una rete che crea il “campo”. Se la parola contesto è la chiave, la città storica è il campo. Roma è la città della stratificazione storica per eccellenza, si parte a studiare da essa.

 

ROMA PARADIGMA

La Mostra del 1978, “Roma interrotta”, segna un momento significativo sull’architettura degli anni Settanta in cui furono invitati 12 architetti contemporanei ma soprattutto a ciascuno di essi fu affidato un settore della pianta del Nolli del 1748 che doveva essere reinterpretata, agita, occupata secondo le sensibilità e cultura architettonica e urbana di ciascuno. Al centro di questa riflessione da parte degli architetti invitati alla mostra Roma viene indicata come il simbolo della città storia che si è costruita per frammenti, stratificazioni, presenze. Alla fine degli anni settanta si lavora già sul concetto di architettura con operazione di ricucitura, saturazione, contatto tra preesistenze e nuovo. Il piano operativo era la pianta del Nolli, infatti sappiamo che il Nolli non è solo la prima rappresentazione della città ma è anche la prima che ne evidenzia temi che appartengono propriamente a Roma, ovvero, lo spazio pubblico, strade e slarghi, piazze, vicoli, soprattutto il rapporto tra natura e costruito, con una capacità di rappresentazione che ne risaltano pieni e vuoti ed ogni particolare della città, proprio per studiarla a fondo.

PARTECIPAZIONI QUALIFICATE

Alcuni architetti sfruttarono l’occasione dell’invito a “Roma interrotta” come autobiografismo, cioè usando il proprio quadrante del Nolli per inserirvi opere già realizzate; ognuno di loro utilizzò questa occasione per fare degli esperimenti. Architetti come Dardi, Giurgola, Krier, Rowe e Antonie Grumbach che analizzò la pianta di Roma in sezione per analizzarne la stratigrafia e l’orografia. Il caso di Paolo Portoghesi fu quello più interessante.

MORFOLOGIA URBANA COME NATURA

Paolo Portoghesi compone le sue tavole con foto di masse di pietra inondate da vegetazione, ruscelli, torrenti che scavano la roccia e sulla base di queste suggestioni ne interpreta la formazione dei tessuti della città barocca e soprattutto li rilancia nella formazione di nuove articolazioni e tessuti urbani. Il suo modo di analizzare metteva in risalto gli aspetti chiave di Roma, di cui la conformazione del nuovo spazio urbano e dei nuovi tessuti, la forza dello spazio cavo.

ARCHEOLOGIA CONTEMPORANEA

Sulla base dei temi sollevati da Portoghesi, gli architetti Anselmi e Purini, non invitati alla Mostra del 1978, daranno nuova definizione allo studio già avviato. Per Anselmi, Roma è l’ambiente di riferimento di una condizione di architettura che può essere anche dell’oggi. La stratificazione, l’accumulo, il riuso delle tracce di civilizzazione precedente della città si proietta dalla storia di Roma ai modi di progettare nell’età contemporanea. Con il progetto di Rezé-le-Nantes in Francia, Anselmi entra nel merito del suo concetto di “scena urbana” caratterizzata dalla conformazione del sito, dalla natura, presenze archeologiche e storiche, come succede a Roma, sfruttando la sezione per esaltare le varie quote sotterranee e quelle in copertura. Dunque, ciò dimostra che ciò che il Nolli aveva rappresentato era perfettamente esatto.

STRATIFICAZIONE

Purini vede alcuni motivi ricorrenti nelle varie regioni e parti d’Italia; il prevalere del segno artificiale della pianta al nord in rapporto all’urbanizzazione romana e coloniale, la prevalenza del prospetto al sud con il segno forte e plastico del prospetto, mentre al centro e a Roma in particolare vince la sezione, nell’idea stessa di stratificazione, combinazione di strati frammentari e nei caratteri ricorrenti del paesaggio.

Come Roma, anche il contesto di Berlino verrà studiato nel corso degli anni 80.

UNA VIA INTERMEDIA

Il progetto Hautes Formes a Parigi dell’architetto Christian de Portzamparc che propone una suggestione di spazi urbani e di forme architettoniche con una convincente interpretazione su come realizzare interventi contemporanei nella città già edificata. Il progetto Odhams Site a Londra rappresenta un modello integrato di funzioni attorno a quelle residenziali; sorge nel centro storico e interviene sulle maglie della città attraverso un programma che prevede attrezzature commerciali e di servizio ai piani bassi e abitazioni ai livelli superiori.

DEI PALINSESTI

In Europa, quindi a Roma, come a Berlino e Parigi i nuovi progetti sono basati sulla messa in evidenza dell’architettura del luogo anziché applicare modelli universali, questo sulla base del contesto urbano specifico in cui sorge la città. Si introduce il concetto di “palinsesto”.

Tra gli architetti, Eisenman ragiona sullo stratificato ed introduce il concetto di “layer”, ciò sottoinsiemi autonomi ciascuno dotato di una propria logica funzione e che sovrapposto ad altri determina il progetto di insieme. Il concetto di “between”, lo spazio tra le cose come strategia di progetto fa con lui la prima apparizione a Berlino.

Anche Gehry e successivamente Zaha Hadid si avvalgono del palinsesto per valorizzare gli spazi non utilizzati e/o abbandonati per creare delle nuove connessioni tra architettura e paesaggio urbano mediante l’uso delle tessiture. Gehry addirittura introduce il concetto di “cheapscape” ovvero, introduce in architettura l’utilizzo di materiali poveri e riciclabili che possiamo vedere nel progetto de La Casa a Santa Monica (1978), per valorizzare gli spazi marginali, non quelli aulici ma quelli rimossi e secondari.

Con Zaha Hadid entra in gioco una nuova e decisiva interpretazione del contesto: contesto è esattamente paesaggio. Introduce una soluzione più dinamica della progettazione urbana, la parte stravagante della sua architettura; è attratta dalle forze dinamiche guizzanti e veloci delle costruzioni paesaggistiche, per cui le infrastrutture per lei non appartengono all’ingegneristica ma fanno parte dell’architettura, difatti crea forme di architettura in cui metà è edificio e metà infrastrutture e paesaggio. Introduce in questo modo il concetto di BANG: forme fluide e spazi dinamici che si intrecciano.

Il progetto Club Peak a Hong Kong, complesso residenziale e per il tempo libero, affronta il tema del contesto e del rapporto architettura e ambiente proprio servendosi del concetto di tessitura e la conseguente ridefinizione delle relazioni architettura suolo. Dice che in questo progetto per la prima volta edificio e contesto, edificio e paesaggio appartengono alla stessa logica formativa.

 

Quello che già negli anni 80 stava accadendo è quello che noi architetti siamo chiamati a fare oggi soprattutto nelle città, caratterizzate da preesistenze spesso di carattere storico; è nostro compito creare forme nuove, dinamiche, innovative, introdurre la nuova architettura senza mai deturbare il contesto in cui adoperiamo. Come la stessa Zaha Hadid, da cui traggo ispirazione, ci insegna questi concetti chiave per l'architettura e il modo di progettare dei tempi attuali.





MANIPOLAZIONE 3 : forse la più efficace, adattata alla conformazio e preesistenze dell'area. Crea forme aperte sul Tevere e si distribuisce nell'area di progetto.




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